Ravenna – 13 Ottobre 2012

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IN TANTI SENZA SIMBOLI ISTITUZIONALI

Riteniamo importante ribadire, a pochi giorni dalla manifestazione contro la devastazione della terra di sabato 13 ottobre a Ravenna, la nostra posizione sulla questione dei simboli istituzionali.

Invitiamo chi partecipa a non portare bandiere o striscioni che raffigurino simboli di partiti o sindacati.

Perché?
La giornata del 13 ha contenuti molto forti. Chi vi partecipa ha condiviso l’appello che li spiega.
Queste sono le questioni che si vogliono affrontare in quest’occasione:
la distruzione della terra, le responsabilità di CMC in questo sistema di sfruttamento, le contraddizioni del cosiddetto “progresso”, una riflessione sulle responsabilità di ognuno di noi.
Il 13 dev’essere importante voler dare forza a questi contenuti.
Comitati, coordinamenti, singoli individui provenienti da diversi luoghi contribuiranno a questo scopo parlando delle proprie esperienze di lotta, di ciò che accade nei territori da cui provengono.
Ciò che si costruisce sabato è un momento collettivo in cui la forza sta anche nel condividere le argomentazioni della giornata in molte e variegate partecipazioni.

I simboli istituzionali tolgono visibilità  e forza ai contenuti di questa giornata, perché richiamano ad altre argomentazioni.
Perché la politica istituzionale in quella giornata non dev’essere rappresentata, perché si vuole essere il forte esempio che le persone singole ed auto-organizzate fra loro siano un potenziale di cambiamento.
Perché ciascuno di noi rappresenta se stesso e non deve sentirsi senza identità perché non sventola una bandiera.

La presenza di simboli istituzionali sarà perciò  intesa come una volontà di strumentalizzare la giornata per spiccare e rincorrere adesioni alle proprie organizzazioni. Sarà intesa come un voler predominare sugli altri, e non da ultimo sarà intesa come non dare importanza alla richiesta stessa.

Ci si augura che chi abbia aderito voglia non creare attriti e quindi
condivida lo spirito della giornata e le sue modalità.

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Ravenna è…

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Corteo a Ravenna

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Val Clarea: E ti vengo a cercare Atto III

Ieri notte, 30 agosto, verso le 4.00, un centinaio di No Tav ha
sorpreso nel sonno polizia ed esercito al cantiere di Chiomonte.

Arrivati da un sentiero diverso dai precedenti e approfittando del buio
fitto dovuto in parte al cielo coperto, che ha reso flebile anche il
chiarore lunare, i compagni hanno alzato il grido “giù le mani dalla
Val Susa” e hanno iniziato una battitura contro le barriere in New
Jersey, tagliando anche, con delle tronchesine, diversi metri di filo
spinato. Un’analoga azione ha avuto luogo, 30 minuti dopo, presso il
sito militare dell’Area Archeologica, sempre in Val Clarea.

I poliziotti, evidentemente nervosi per non aver saputo prevedere e
impedire, ancora una volta, l’avvicinamento notturno dei No Tav alle
reti, hanno risposto con un fitto lancio di pietre, oltre che con un
getto di idrante sui compagni. Il lancio di pietre da parte dagli
agenti non è stata una risposta ad analoghi lanci da parte dei manifestanti.
L’azione non aveva come obiettivo i poliziotti e i soldati, ma le
barriere e il filo spinato. La violenza delle forze dell’ordine, anche
in questo caso, mostra come tali individui non abbiano bisogno di
essere attaccati per attaccare, ben contenti di svolgere il loro ruolo infame
nella nostra valle.

Si tratta della TERZA AZIONE NOTTURNA a sorpresa del mese di agosto,
anche in questo terzo caso coronata da totale successo. Queste azioni,
accanto a quelle contro le ditte coinvolte nel progetto dell’Alta
Velocità (la Geovalsusa a Torino), contro Equitalia (occupata a Susa) e
contro la Sitaf (apertura gratuita per gli automobilisti dei caselli ad
Avigliana), hanno mostrato durante la seconda parte dell’Estate No Tav
come la militarizzazione del territorio non sia in grado di fermare il
movimento. Dopo che, in seguito agli scontri del 21 luglio, la questura
ha disposto una rete asfissiante di posti di blocco, ed impedito con la
forza ben tre iniziative pubbliche del movimento a Chiomonte, i
valligiani, coadiuvati da compagni italiani e stranieri, hanno
praticato la forma dell’azione diretta in modi imprevedibili per il nemico,
vincendo su questo piano a 360 gradi.

Gli stessi posti di blocco sulle statali, sempre meno tollerati dai
valligiani, sono ormai oggetto di continue proteste, al punto da aver
dovuto battere in ritirata precipitosamente ben sei volte nelle ultime
due settimane, incalzate da folle di residenti e No Tav estenuati. E
anche strada dell’Avana (una via proibita al dissenso e
permanentemente presidiata dalle FFOO) lo scorso sabato è stata
percorsa da una manifestazione non autorizzata, che si è ripresa un
pezzo di valle aggirando i presidi di polizia, giungendo dal bosco.
Tutto questo mentre i sindacati di polizia invocano il ritiro dei
propri reparti, chiedendo che vengano sostituiti dall’esercito.

Non è bastata la polizia, non basterà l’esercito. Continueremo a
tornare, fino a che non ve ne andrete via… A partire dall’INIZIATIVA
IN CLAREA CHE IL MOVIMENTO UNIVERSITARIO HA MESSO IN PROGRAMMA, ASSIEME AL MOVIMENTO NO TAV, PER DOMANI SERA, 31 AGOSTO, H 21.

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Sull’autostrada E55 Nuova Romea.

A fine febbraio 2010, il Ministro delle Infrastrutture, Altero
Matteoli, assieme a Pietro Ciucci di Anas, ha ufficializzato la scelta
da parte del Governo di attivarsi per sostenere la realizzazione di
un’opera di cui si parla da anni: l’autostrada E55 Mestre-Cesena (Nuova
Romea), annunciandone il bando di Project-financing per i primi mesi del
2011 per trovare la società privata che si farà carico della
progettazione definitiva e della costruzione materiale dell’opera,
nonché della sua futura gestione e dei guadagni derivanti.

Il progetto preliminare (nel 2009 il consiglio di amministrazione
dell’Anas ha dato il via libera al progetto preliminare) prevede un
tragitto che vede coinvolte 6 Regioni (Veneto, Emilia Romagna, Marche,
Toscana, Umbria e Lazio): dal nodo di Mestre (Venezia) scenderà fino al
fiume Po e poi taglierà la provincia di Ferrara in due nell’area che
comprende le valli del Mezzano, arrivando fino a Ravenna e da qui a
Cesena dove si collegherà alla E45 che, a sua volta trasformata in
autostrada a pedaggio, porterà fino a Terni e ad Orte, passando per
Perugia.

Nel Ferrarese il tracciato dovrebbe passare, dopo il Polesine, per
Ariano Ferrarese e per il territorio del Comune di Codigoro (c’è, tra
l’altro, il proposito di un casello dalle parti di Mezzogoro) per
allacciarsi poi alla superstrada Ferrara-mare – tra gli svincoli di
Comacchio e Corte Centrale –, superstrada anch’essa interessata da un
progetto di trasformazione in autostrada da parte di Autostrada del
Brennero Spa (società che si è da poco aggiudicata la gara per la
costruzione/gestione dell’autostrada regionale Cispadana, che
collegandosi proprio alla Ferrara-mare ad Est e all’autobrennero ad
ovest rappresenterà un corridoio tra Adriatico e Nord Italia/Nord Europa
per le merci del capitale nazionale e non).

Per la progettazione e realizzazione dell’autostrada E55 da anni erano
in lizza due grosse cordate di imprenditori: una guidata dal Gruppo
Bonsignore (Gefip Holding, Mec Srl, Infrastrutture Lavori Italia-Ili
Spa) che comprende anche Technip Italy, Egis Project, Banca Carige,
Banca Popolare di Lodi ed Efibanca, e l’altra formata da grossi nomi di
società autostradali, banche e consorzi di imprese che ha costituito la
Newco “Nuova Romea Spa”, ambedue interessate a partecipare al bando per
la progettazione-realizzazione-gestione della nuova autostrada.

Una società, la «Newco – Nuova Romea Spa», composta tra gli altri da
Autostrada Venezia-Padova, Brescia-Padova, Autovie Ve­nete, Impregilo,
Costruzioni Mantovani, Unicredit e Gruppo Imi San Paolo oltre che le
«coop rosse» Cmc di ravenna e Ccc di Bologna. Presidente Vittorio
Casarin, presidente della Provincia di Padova e dell’autostrada
Padova-Venezia.

Il 22 giugno 2009 la cordata con a capo Gefip Holding ha presentato il
progetto preliminare di Project financing e lo studio di impatto
ambientale: questo fa sì che questa cordata sia in posizione di forza
rispetto alle concorrenti, dato che chi ha sviluppato il progetto
preliminare gode del diritto di prelazione (precedenza) per
l’aggiudicazione dei successivi bandi.
Secondo i progetti, per la E55 ci vorranno due anni per gli espropri,
sette per le nuove opere (tratto Mestre-Ravenna) e altri sei per la
trasformazione in autostrada della E45 (Cesena-Orte) e serviranno almeno
1,5 miliardi stanziati dallo Stato (per ora c’è il finanziamento per la
sola prima trance dei lavori che partiranno con il raccordo di Cesena).

Le due cordate rivali che si candidavano a realizzare l’opera hanno poi
raggiunto un accordo. Da una parte il raggruppamento guidato dalla Gefip
Holding di Vito Bonsignore, dall’altra il pool di imprese costituito
sotto il nome di Nuova Romea Spa di cui fa parte la Cmc di Ravenna, dopo
un lungo contenzioso fatto di ricorsi al Tar, che avevano visto
riconosciute le ragioni di Nuova Romea Spa, e al Consiglio di Stato,
hanno raggiunto un accordo. Gefip Holding ha infatti rilevato tutte le
quote societarie di Nuova Romea Spa e ha assunto l’impegno di affidare a
Cmc la realizzazione delle opere previste in territorio romagnolo. Di
seguito Cmc acquista un ruolo anche nella realizzazione dell’intero
progetto.

I costi di questa colossale opera in termini ambientali sono facilmente
prevedibili: km cubi di cemento riversati sui territori coinvolti,
distruzione di buona parte dell’ecosistema e delle pinete dell’area del
Delta del Po (compresa tra il Polesine, le valli di Comacchio e
Ravenna), modificazione totalizzante del volto delle campagne e dei
paesi attraversati, inquinamento, aumento del traffico, ecc.

Quando presentarono i progetti legati all’Alta Velocità ferroviaria,
politici di destra e di sinistra si fecero garanti di un pretesto che
servì per legittimare il Tav: lo spostamento su rotaia di parte del
traffico su gomma. Che fosse una grossa stronzata era ovviamente
scontato ed ora lo possiamo ben vedere, dato che la costruzione delle
tratte ad AV procede di pari passo con quella di sempre nuove
autostrade, come la Bre-Be-Mi o, appunto, la Cispadana e la E55.
Molte volte le società private che costruiscono il Tav e gestiscono
autostrade sono le medesime, come nel caso di Autostrade del Brennero o
la stessa Cmc Cooperativa Muratori Cementisti di ravenna. In questo caso
i privati non si fanno problemi, sanno che non esiste il dualismo
Tav-autostrada. Perché differenze dovrebbero farne dunque i loro
oppositori?

Aggiornamento!!!
Nel mese di giugno 2012, in occasione della visita al porto di Ravenna
del Ministro Corrado Passera (che ha indicato Ravenna come snodo
importante per la logistica), il sindaco Maurizio Matteucci (del PD, il
partito che sostiene e si fa sostenere da Cmc, tanto che lo stesso
Pierluigi Bersani, segretario del partito, e` presidente dell`
Associazione Nuova Romea, con il compito di fare pressioni politiche per
sbloccare l`iter burocratico sul progetto) ha colto l’occasione della
notizia dello sblocco di circa 60 milioni di euro per i lavori di
approfondimento dei fondali per tornare a chiedere a gran voce altri
soldi e lo sblocco del progetto per la realizzazione della “nuova Romea”
che dovrebbe collegare Ravenna e il suo porto a quello di Mestre e alle
direttrici europee.
Solo un caso che anche i lavori di allargamento del porto di Ravenna e
del canale Candiano siano in mano alla potente coop del cemento Cmc?

Chi è Vito Bonsignore, proprietario di Gefip Holding che vuole
costruire la E55?

Finanziere ed eurodeputato dell’ Udc, Vito Bonsignore, originario di
Bronte in Sicilia, partì a 18 anni per Torino dove fece carriera nel
settore autostradale e divenne il principale parlamentare di riferimento
in Piemonte dell’ allora potente Dc Giulio Andreotti. Finì sui giornali
negli anni di Tangentopoli (subì anche una condanna) e nell’ ambito
delle scalate bancarie dei “furbetti del quartierino”. Nel 2004 è stato
eletto con l’ Udc nell’ Europarlamento, insieme a vere star di
Tangentopoli come l’ andreottiano Paolo Cirino Pomicino e il craxiano
Gianni De Michelis. Molti non sanno che la Gefip, la holding belga della
famiglia di Bonsignore, a cui fanno capo attività finanziarie e
imprenditoriali (soprattutto nelle costruzioni), ha incassato con le
scalate finanziare e trattato nelle costruzioni con big come i gruppi
Gavio, Ligresti e Caltagirone.
Recentemente figura come indagato nelle vicende legate allo scandalo
sugli appalti della Protezione Civile.

Chi è la CMC?

La Cooperativa Muratori Cementisti di Ravenna ha realizzato le peggiori
opere devastatrici in Italia e non solo. Una cooperativa rossa divenuta
multinazionale, con sedi sparse per il mondo e fatturato medio netto
intorno ai due miliardi di euro.
Tra le altre nocivita` ha in carico la costruzione della base Dal Molin
a Vicenza e del Tav Torino Lione in val Susa.

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Presidio a Ravenna

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