“Per la terra e la libertà
Resoconto del corteo di Ravenna del 13 ottobre contro CMC e I devastatori della Terra”.
CMC, ovvero Cooperativa Muratori Cementisti. Siamo abituati a sentirne parlare, appunto, come cooperativa. Ma dietro questa formula costitutiva c’è dell’altro: c’è una corporazione del cemento che opera a livello internazionale, con sedi sparse nel mondo, con fatturati record e soci dai nomi prestigiosi. Una multinazionale (questo il termine adatto) che si occupa di grandi opere, spacciate come progresso ma che in realtà portano soltanto guadagni per l’azienda (e ai suoi dirigenti lautamente stipendiati) e devastanti impatti sui territori, sia sociali sia ambientali. La CMC che ha incassato la penale per la disdetta del contratto di costruzione del ponte sullo stretto di Messina (in tutto 800 milioni di euro che verranno trovati dallo Stato opeerando nuovi tagli per la sanità), la CMC che costruisce le basi di guerra americane, la CMC che ha distrutto il Mugello prosciugando le falde acquifere ed inquinando i terreni, la CMC il cui nome è stampato sulle tute degli operai all’interno del cantiere di Chiomonte in Valsusa, che cementificherà Milano per l’Expò, la CMC della Salerno-Reggio Calabria, della E55… C’è chi ritiene che CMC stia tradendo lo spirito cooperativistico, l’etica usata più volte per rispolverare un passato ormai sepolto. In realtà “CMC partecipa in una logica di mercato, come tutte le altre…” e se lo dice lo stesso Massimo Matteucci, che di CMC ne è il presidente, allora non c’è che da prenderne atto. Non dubitiamo: CMC è uguale alle altre multinazionali, forse anche peggiore! Per questa ragione, sabato 13 ottobre si è svolto a Ravenna un corteo nazionale contro la CMC e le molteplici devastazioni che questa azienda sta portando avanti in Italia e nel mondo, solamente per fame di profitti. Il Coordinamento NO CMC ha partecipato a questa variegata manifestazione con i suoi contenuti ed attraverso interventi al microfono ed un gran numero di volantini, manifesti ed adesivi distribuiti, ed ha dato una mano, per quello che poteva, alla preparazione e all’organizzazione del corteo. Nonostante nei giorni precedenti, da parte di giornali e politici di ogni schieramento, si siano viste ripetere le consuete formule diffusive di disinformazione e paura, con toni apocalittici e paventando la calata dei barbari e dei violenti; nonostante il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, dopo aver invitato i ravennati a restersene a casa, con un ordinanza avesse imposto la chiusura anticipata delle scuole superiori per le 11 con il chiaro proposito di diffondere terrore ed evitare che gli studenti potessero congiungersi alla manifestazione; nonostante i circa 400 tra poliziotti, carabinieri, finanzieri in antisommossa, polizia municipale e provinciale, guardia forestale, Digos e Ros, con tanto di elicottero di supporto aereo, dispiegati sull’intero territorio militarizzato (e qui la Valsusa ci è di esempio); nonostante tutto questo oltre 1.000 manifestanti (c’è chi parla di 1.200/1.300 persone), gente di tutte le età, tra cui anche famiglie con bambini, non si sono fatti intimorire e sono scesi per le strade di Ravenna partecipando al corteo contro CMC e le sue nefandezze. Da Torino e dalla Val di Susa contro il TAV, da Milano per protestare contro l’Expo 2015, da Vicenza contro la base Dal Molin, dalla Sardegna contro le basi militari, dalla Puglia, dal veneto e da tante altre parti d’Italia. Anche da Ravenna, dove tra gli altri c’era anche il comitato Vitalaccia Dura, contro l’espansione industriale verso Porto Fuori, l’ennesima devastazione di cui CMC si fa garante. Gruppi e singoli individui come convenuto senza bandiere di sindacati istituzionali o di partito (con l’eccezione di alcuni sparuti feticisti del “proprio simbolo” partitico, che comunque si sono qualificati in questo modo da soli). Portatori di contenuti ed esperienze anche differenti tra di loro ma con la volontà chiara di stare dalla parte della Terra, saccheggiata e devastata dalle grandi opere patrocinate da CMC e consimili. La manifestazione, con concentramento alla ore 14, si è mossa attorno alle 15 dalla stazione di Ravenna e si è conclusa circa alle 18:30 in piazza Garibaldi, dopo aver fatto un lungo percorso a piedi, preceduta dal furgone con la musica e con il microfono aperto per gli interventi e dallo striscione che riprendeva la grafica del manifesto e la scritta “CMC Devastatori della Terra”. Durante il tragitto, che ha anche attraversato alcune zone residenziali popolari (dalle cui finestre e balconi più di una persona ha salutato il corteo, mostrando la bandiera NO TAV), sono stati lanciati slogan e letti molti interventi per ricordare che c’e’ lavoro e lavoro. Giunti in via Trieste, di fronte alla sede legale di CMC, alcuni gruppi hanno portato delle carriole con della terra e posizionato simbolicamente delle piantine e dei semi, volendo rimarcare così, ancora una volta, da che parte stanno quelli che distruggono e quelli invece che difendono la Terra ed una vita libera. Al contrario di quanto pronosticato ed auspicato dal sindaco, da Legacoop, dai partiti (dal PD al PDL, da Rifognazione Comunista alla Lega Nord, da SeL fino ai repubblicani) ed anche dall’Anpi di Ravenna ( evidentemente “sollecitata” ad esprimersi e la cui sezione rassomiglia oramai ad una sezione del PD), molti romagnoli e ravennati sono scesi in strada decisi a capire cosa stesse succedendo, dapprima curiosi e poi sempre più solidali con i temi mossi dal corteo, dimostrando come ci siano anche persone non disposte a farsi dettare le decisioni da prendere, che la testa ce l’hanno e riescono ancora a pensare da sole e persino a farsi delle opinioni. Si era affermato il rischio di infiltrazione degli antagonisti, degli anarchici, dei centri sociali…come fossero il male assoluto. I tombini sono stati piombati, i cassonetti rimossi, le cabine Telecom ed Enel sigillate, alcuni negozi hanno chiuso su consiglio della Questura per paura degli “estremisti”. La questura ha scelto di adottare il protocollo di massima sicurezza utilizzato per la visita dei capi di stato, mostrando l’importanza che rivestono mostri come CMC. Ebbene dobbiamo ammetterlo, antagonisti, anarchici e centri sociali non solo erano presenti ma hanno anche dato un contributo essenziale alla riuscita del corteo e alla preparazione dello stesso, assieme a tutte le altri cmponenti. La manifestazione è stata pacifica non perchè non si sia lasciata infiltrare da fantomatici violenti (putroppo non tutti i digossini sono facili da individuare ed allontanare) ma perchè tutti assieme abbiamo deciso così, cosiccome tutti assieme avremmo potuto anche decidere azioni più determinate, proprio come accade in Valsusa. Una lotta coerente ha bisogno di vari momenti, quelli essenziali di confronto, quelli che prevedono la comunicazione all’esterno e quelli che prevedono la messa in pratica vera e propria delle varie idee. La base su cui lavorare è sempre il rispetto reciproco delle differenti modalità di intervento nella lotta e l’orizzontalità nell’autorganizzazione della stessa. Solo in questo modo si può incidere davvero rispetto a ciò che si vuole ottenere. Quello che si è ottenuto con questa manifestazione è un’immagine pubblica della CMC che è sempre più quella di un’impresa devastatrice protetta da politici e poteri forti. D’altronde proprio i termini usati dal sindaco di Ravenna prima e dopo la manifestazione (“Parlavano in nome del nulla”, “estremismo fuori dai coppi”, “assurdità”, “estremismi un po’ fuori di testa”), oltre ad esprimere la mediocrità intellettuale e critica del primo cittadino e la sua totale sudditanza verso la CMC, gli hanno procurato centinaia di commenti di ravennati disgustati dalla sua faziosità. La dimostrazione che il corteo è stato un successo e che il vero fallito è stato proprio il sindaco di Ravenna e chi con lui, in modo trasversale, ha sparato a zero sulla manifestazione. Un messaggio forte e chiaro alla CMC e ai suoi amici. Qualcuno comincia ad avere paura che un’altro mondo si possa costruire davvero e subito, senza di loro: senza le loro devastazioni, senza le loro infrastrutture di morte per portare a spasso i loro capitali rubati con il loro sistema di sfruttamento, senza le loro innumerevoli CMC. COORDINAMENTO NO CMC.