Sono nat* a Ravenna un po’ di anni fa, e dopo i percorsi di vita di chiunque con alti bassi gioie e dolori, oggi svolgo un’attività che mi sono scelt* perché mi piace e mi soddisfa e ho dei figli con un* compagn*. Vivo in un posto come Ravenna, dove tutto è perfetto, in cui sono cresciut* e arrivat* a essere chi sono anche grazie alla materna e rassicurante ala protettrice sulle nostre vite della nostra grande mamma adottiva c.m.c.
Come chiunque di noi ben sa, praticamente ogni aspetto della vita pubblica e sociale in città e nei dintorni è influenzato direttamente o indirettamente dai nostri cari anonimi muratori. E noi tutti rispettosamente e reverenzialmente con gratitudine se dobbiamo nominarLa facciamo quasi come gli arabi con i loro profeti: “le benedizioni di Allah scendano sempre su di Lei”.
Sappiamo benissimo che il nostro benessere e la nostra dorata serenità lo dobbiamo a tutti i cantieri che la Nostra realizza nel mondo rendendolo più bello e questo è quanto ci serve e ci basta.
Tutto era perfetto fino a quando l’anno scorso non venni a sapere di una manifestazione che sarebbe stata portata nella nostra città da dei pericolosissimi criminali conosciuti ovunque come violenti devastatori. I famigerati e temutissimi no tav!! Che venivano dichiarandosi contro la nostra mamma!!
Il giorno della manifestazione, volli andare per vedere come fossero fatti costoro e rimasi stupit* quando vidi che c’erano ragazzi, anziani, donne, bambini, perfino un nutrito spezzone di cattolici. E cominciò quindi a esserci qualcosa di stonato con gli allarmi alla cittadinanza affinché ci si barricasse tutti in casa diffusi in tutti i modi possibili nei giorni precedenti.
Cercai un po’ su internet e cominciai a trovare parecchie informazioni e aggiornamenti su cose che succedevano a qualche ora di macchina dalla mia tranquilla casetta, ma che sembravano appartenere alla Spagna di Franco, al Cile di Pinochet, al nostro bel ventennio. Sembrava assolutamente impossibile, anche perché sui nostri organi d’informazione locale non veniva menzionato nulla.
Quest’anno quindi ho deciso di andare di persona a vedere come stanno le cose in val di susa facendomi una vacanza a uno dei campeggi del famoso movimento no tav, in cui siamo stati accolti come fossimo di famiglia! Tutto il campeggio basato sulla gratuità, l’autoproduzione, sul libero scambio, sul riciclo e il non inquinamento. In alcuni momenti gli ospiti erano diverse centinaia e provenienti da tutta Italia e tutta europa.
Il mattino dopo il nostro arrivo abbiamo cominciato le attività andando a visitare l’area del cantiere e siamo rimasti letteralmente senza parole nel vedere una verdissima vallettina con splendide borgatine montane e ruscelli scintillanti nel sole devastata nel suo cuore da un enorme cantiere con qualche operaio e decine di poliziotti, carabinieri, forestali e, pazzescamente, persino blindati anfibi dell’esercito con una nutrita presenza di soldati e tutti ad avvicinarsi e controllarci con facce torve e occhi incarogniti dall’altro lato di due recinzioni sormontate dal filo spinato con le lamette, quello con cui gli israeliani circondano i palestinesi a Gaza. Non potevamo credere che una zona di guerra come quella appena vista possa essere considerato un cantiere, soprattutto anche alla luce del fatto che quello non è un cantiere per la linea ferroviaria, ma solo per un tunnel secondario ed esplorativo, e che soprattutto sia la nostra c.m.c. ad accettare simili situazioni.
Forse perché tra i soci e protettori politici ci sono i vertici di partito di interessi, lo stesso partito che ha nominato il commissario straordinario virano, che ha come “mission” quella di mentire e truffare in tutte le sedi possibili. E ciò ben si spiega visto che 30 miliardi di euro dell’opera da poter far incassare agli amici degli amici sono l’unica vera motivazione per un’opera completamente inutile come dimostrato in tutte le sedi tecniche.
Alla sera avrebbe dovuto esserci l’assemblea quotidiana del campeggio, ma visto che erano stati segnalati i primi trasporti dei pezzi della macchina che scava il tunnel, ovviamente chiamata comunemente talpa, si è deciso di spostare l’assemblea in un punto vicino all’autostrada per poterci eventualmente spostare alla bisogna tutti sulle corsie per bloccare i trasporti. Già dal mattino in tutta la valle, lunga circa ottanta chilometri, erano state segnalate le presenze di innumerevoli mezzi blindati di carabinieri e polizia, e svariati posti di blocco controllavano continuamente i mezzi di passaggio. Fin quando verso le cinque del pomeriggio ci arrivarono addosso decine di blindati che hanno cercato di investirci, bastonando indiscriminatamente tutti, giovani, anziani e ragazze e portandosene via, tra insulti, spintoni, calci circa una ventina. Anzi, scusate: si dice “scontri”, quando cioè i reparti con manganelli, scudi, fucili per i lacrimogeni si avventano su persone inermi con le mani alzate e li riempiono di botte, i giornalisti devono dire e scrivere che sono stati “scontri”. Nel frattempo, magicamente, abbiamo visto passare indisturbato sull’autostrada a poche decine di metri da noi il tir che trasporta alcuni pezzi della macchina. Abbiamo quindi capito che le ff. dell’oo. sono venuti non certo per una situazione di pericolo sociale, ma solo per fare da guardia spalle, con annesse botte e arresti, al tir che stava passando. Altro che “ordine pubblico”! qua, l’”ordine” l’ha dato un privato!! Ci hanno raccontato che qualche giorno fa una quindicina di ragazzi del movimento hanno subito una perquisizione nelle loro case e a molti di loro sono stati sequestrati foulard e magliette della locale sezione dell’a.n.p.i. ed è stato perquisito anche uno dei locali più frequentati della valle con accuse di terrorismo ed eversione. Ed è prassi abituale e consolidata che le persone della valle e del movimento che abbiano un adesivo no tav sull’auto vengano fermati e perquisiti e in moltissimi casi per la sola colpa di essere presente in un certo luogo della valle ci si può vedere inflitto un “foglio di via”, che equivale all’esilio, con il divieto di permanenza e transito nei territori di certi comuni.
Alla sera dei fatti a cui abbiamo assistito non ci siamo più fidati a stare in un campeggio continuamente controllato a vista dai binocoli di soldati, carabinieri e poliziotti, soprattutto avendo anche saputo che in diverse occasioni questi impuniti “tutori dell’ordine” hanno fatto blitz nel campeggio rubando oggetti personali, danneggiando tende, auto e attrezzature. E abbiamo quindi usufruito dell’ospitalità di una famiglia di no tav del posto. E ciò in attesa di sabato quando avrà luogo una manifestazione di soli anziani e anziane che andranno al cantiere per abbatterlo con cesoie e martelli trovandosi di fronte i reparti armati di tutto punto.
Oggi la val di susa è un vero e proprio territorio in perenne assedio, militarizzata ovunque, con un coprifuoco di fatto non dichiarato, e in cui i diritti costituzionali sono calpestati in ogni momento e in ogni situazione, e in cui le persone sono costrette a subire continue violenze, prepotenze, ingiustizie, falsità e persecuzioni solo perché resistono e rivendicano il loro diritto a rifiutare una cosa che loro non vogliono. E in cui la nostra cara mamma c.m.c. calpesta in ogni momento l’articolo 41 della Costituzione, quello che dice “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Ed è per non dover subire lo stesso tipo di ritorsioni che sto scrivendo questa lettera in forma anonima.
Se è una donna a subire qualcosa di non voluto si chiama stupro, in questo caso ciò che viene fatto subire a un intero popolo lo chiamano “grande opera”. Ma i valsusini stanno dando a tutti noi una grande lezione di coraggio, di dignità, di allegria, di intelligenza. Difendono e rivendicano tutti i giorni i diritti costituzionali conquistati dai nostri padri partigiani ed è per questo che arriva gente da ogni dove per aderire alla loro causa, esattamente come durante la Resistenza quando si unirono alle brigate partigiane modenesi, romani, napoletani, russi, calabresi, siciliani. Perché partecipare alla loro lotta vuol dire difendere le libertà di ognuno di noi in tutta Italia.
La Resistenza lottava contro il nazifascismo che era sostenuto dalla grande imprenditoria e dalla grande finanza. Non per niente l’articolo proposto da uno dei padri costituenti, don Dossetti, non fu approvato proprio per l’opposizione dei soliti poteri forti, un articolo che è stato però fatto proprio dai valsusini e che dice: “La resistenza, individuale e collettiva agli atti dei pubblici poteri, che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione, è diritto e dovere di ogni cittadino”.
Oggi sono cambiati solo i colori, ma i burattinai sono sempre quelli che vogliono sfruttare impunemente facendo quanto più profitto possibile. Perché come ha dichiarato spudoratamente, irresponsabilmente l’a.d. della c.m.c. foschini “ a noi non deve interessare perché si fa una certa opera. A noi deve interessare solo come farla” e non importa se le persone non lo vogliono, non importa se ci sono stati centinaia di arrestati, decine di feriti, alcuni che hanno perso un occhio, un ragazzo di 17 anni che ha perso l’udito per un lacrimogeno sparato ad altezza uomo e vilmente alle spalle, anzi alla nuca, un’altra persona con innumerevoli fratture alle ossa della faccia per un lacrimogeno che lo ha colpito al volto, poi una donna nel 2010 aggredita da otto (8) agenti che l’hanno bastonata fino a farla svenire con uno zigomo, alcune costole fratturate e per i calci, un’ovaia spappolata, un’altra signora bastonata e calpestata da svenuta fino a spaccarle una caviglia e tibia e perone, e ancora oggi cammina con il bastone, e solo venti giorni fa una ragazza arrestata, trascinata e picchiata mentre veniva trascinata e poi palpeggiata, molestata e insultata e bocca spaccata da una manganellata a tradimento, e tutto ciò da coloro i quali dovrebbero tutelare noi cittadini e che hanno la sfacciataggine di chiamare “scontri” questi criminali pestaggi. E che sono stati anche visti fuori servizio importunare e molestare ragazze di alcuni paesi della val di susa.
Di tutto questo sangue, di queste violenze, di questi soprusi, di questo dolore, di queste ingiustizie, di queste bugie, di queste falsità, di queste inutili devastazioni si sta macchiando la nostra cara mamma c.m.c. E io dopo aver visto e vissuto tutto ciò che ho descritto, non posso più accettare di vivere nel mio sereno rassicurante mondo dorato sponsorizzato dai soldi inzuppati da tutte queste ignobili cose.
Oggi dopo tutti questi anni di dorata ignorante e colpevole cecità io mi vergogno di vivere nella stessa città della c.m.c. e mi vergogno di dovere il mio benessere al malessere, al dolore di tante altre persone.
Persone a cui siamo grati e riconoscenti che ci hanno insegnato che cosa sia la dignità e il coraggio e l’orgoglio di essere No Tav.
Anonim* ravennate
8 agosto 2013
NO CMC a Chiomonte
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